L'evasione di sopravvivenza è amorale oppure no?

Prima di tutto voglio sottolineare che sto parlando di chi evade per sopravvivere, chi emette qualche scontrino o qualche fattura in meno perché altrimenti sarebbe costretto a chiudere. Quelle che seguono sono domande e considerazioni di massima sull'argomento.

L'artigiano che guadagna 1000€ al mese netti o meno o la piccola partita IVA che per pagare le tasse deve addirittura ricorrere, quando possibile, ad aiuti da parte dei genitori o di parenti, ha il diritto di cercare di sopravvivere o deve semplicemente chiudere l'attività?
E per lo Stato è meglio che questa attività chiuda o continui a sopravvivere magari evadendo?

E' giusto vedere queste aziende come animali malati che vengano predati per lasciare più risorse e possibilità di crescita agli animali sani?

Il problema è che un'azienda che muore lascia, almeno in un primo momento, uno o più individui a carico della stato o della società per un periodo più o meno lungo, gente che se prima non produceva abbastanza ora non produce niente.

Da un certo punto di vista non tutti possono improvvisarsi imprenditori, artigiani o liberi professioni ed è giusto che ci sia della selezione.

E' meglio dare una stampella a chi zoppica o spezzagli anche l'altra gamba affinché lasci il passo a chi cammina bene?

Ma a che altezza fissare l'asticella? E cosa fare per chi quell'asticella ad un certo punto non riesce più  a superarla con facilità?

Una piccola partita IVA contribuisce comunque al Fisco e all'INPS e perché no al PIL più di un disoccupato.

Quindi per quanto illegale una certa forma di evasione di sopravvivenza può essere anche morale e addirittura positiva per lo stesso Stato, che non è in grado a offrire, indirettamente, a quell'artigiano un'alternativa magari come dipendente.

Quello stesso Stato che ancora non è in grado di colpire in maniera sistematica i grandi evasori.
Quello stesso Stato che cambia di continuo la normativa fiscale rendendo praticamente obbligatorio il ricorso ad un commercialista, che ad esempio prima istituisce il regime dei mimmi, poi lo cambia, poi lo toglie, poi lo rimette solo per i giovani, poi non si sa ....

Quello stesso Stato da 80€ al mese a un lavoro ce l'ha e non da niente a chi non ha niente o quasi.

Il vero problema è che risulta molto difficile stabilire una soglia fra chi evade per necessità e chi evade diciamo per "vizio".
Visto che una eccessiva fiscalità, in senso figurato e non, è addirittura controproducente può lo Stato trovare il modo di essere più "morbido" in alcune situazioni senza allentare il controllo su altre?

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